Si torna a parlare di partite di calcio senza pareggi (per abolizione)

Si torna a parlare di partite di calcio senza pareggi (per abolizione)

Maggio 26, 2022 Off Di Lotto Previsioni Vincenti

Si è tornato a parlare di abolizione del pareggio nel calcio. Un discorso che riscuote sempre più consensi e che viene visto di buon occhio da parecchi appassionati.

Quando si pensa al confronto con gli altri sport come Tennis o Basket, ci si rende conto che da ogni partita esce sempre un vincitore e uno sconfitto. Nel gioco del calcio, spesso, ci ritroviamo con due squadre che non possono essere reputate né vincitrici e nè sconfitte. Questo paradosso non piace all’appassionato di calcio che si trova in difficoltà a esaminare le proprie stesse emozioni e spesso, dopo un pareggio, ci sono umori completamente differenti tra tifosi della stessa squadra che non riescono a trovare coerenza tra il proprio stato d’animo, quello degli altri e il risultato decretato dal campo. 

Perché nel calcio non piace il pareggio?

Un appassionato di calcio sa che non è mai solo una partita. Il vero tifoso si ritrova a filtrare e interpretare la realtà grazie al calcio. Una vittoria della propria squadra potrebbe consentire quella spinta emozionale necessaria nella settimana decisiva al lavoro e, allo stesso modo, una sconfitta potrebbe portare il morale sotto i tacchi e rendere impossibile la vita del tifoso, almeno fino alla prossima vittoria.

Attraverso il calcio si cercano poche risposte, ma si pretende che siano nette e insindacabili. Il paradosso è che si vive in un mondo che pone migliaia di domande dalle quali scaturiscono milioni di risposte ognuna con milioni di sfumature interpretabili in milioni di modi diversi. Il pareggio riporta questa condizione di incertezza e titubanza che si sperimenta continuamente. Il pareggio è quella sensazione di grigio quando in realtà si cerca ossessivamente solo il bianco e il nero.

Ma è giusto eliminare il pareggio dal calcio?

Spesso ci ritroviamo a sentire che un pareggio è stato come una sconfitta oppure come una vittoria. A volte un pareggio può voler dire non vincere, ma non far vincere neanche l’avversario e lo stesso discorso vale per la sconfitta. Il pareggio, a volte, è un buon compromesso tra il non meritarsi niente e il meritarsi tutto, come nella vita: anche nel campo da calcio, a volte, bisogna imparare ad accettare quel che c’è, imparare a condividere seppur contro un nemico e accettare compromessi che scontentano o agevolano entrambi.

Metaforicamente, il pareggio è importante anche nel senso opposto: quando si è superiori in qualcosa o si hanno la capacità per ottenere tanto, ma non ci si mette il giusto impegno, non si dedicano le giuste energie, il giusto tempo, bisogna imparare a essere responsabili del proprio qualcosa e accettare il “non tutto”.

Banalmente, è necessario anche considerare il fattore della sfortuna. Spesso nella vita, come nel calcio, nonostante l’impegno, la costanza e la dedizione, non arriva il risultato sperato, ma soltanto qualcosa e a volte addirittura nulla.

Ma nel calcio il pareggio esiste davvero?

Nelle coppe, il pareggio non esiste e alla fine si decreta sempre un vincitore. Nei campionati, i pareggi durano il tempo di 90 minuti, ma poi alla fine dell’anno si ritrova sempre con un unico vincitore e 19 squadre sconfitte. Esistono premi individuali dove non possono arrivare ad alzarlo due calciatori a parimerito, ma si cerca sempre di decretare un unico e solo vincitore.
Il pareggio è una macchia grigia temporanea atta a indirizzare verso il bianco o verso il nero. La verità, è che il pareggio è una formula semplice per aiutare a decidere i campionati in maniera più equa in un certo senso. Un sito come 22bet.co.com, ricco di analisi tattiche e approfondimenti, ci aiuta a capire quanto i pareggi decidano campionati, posti in Europa, e retrocessioni. 

Il pareggio è antico quanto il gioco del calcio ed eliminarlo vorrebbe dire rinunciare a una parte del gioco. La voglia di spettacolizzare il calcio è tanta, ma forse quello che tiene così attaccati i suoi fan è proprio l’essenza stessa in cui c’è una rappresentazione e un’immedesimazione nella vita reale. Non è giusto eliminare quella parte che contraddistingue la vita umana, il neutro, il così e così, quel senso di soddisfazione lieve che non appaga del tutto: non è bello, ma fa parte di noi e ci aiuta a vivere più intensamente i momenti brutti e quelli belli.